Sul tema della mobilità urbana la città di Agrigento – insieme al suo comprensorio – è ancora ferma all’età della pietra a causa di scellerate scelte compiute nel passato, specie se paragonata ad altre realtà siciliane delle medesime dimensioni: ad esempio Ragusa ha fatto enormi passi in avanti nell’ultimo decennio e, appena pochi mesi addietro, è stato stipulato un protocollo d’intesa tra Regione e Comune per l’istituzione di un servizio ferroviario metropolitano finalizzato a collegare con corse cadenzate il territorio che va dal Castello di Donnafugata a Modica e Scicli. Il problema principale ad Agrigento è, ancora una volta, di ordine urbanistico: come è possibile congiungere tra loro i diversi quartieri di una “città stellare”, disordinata e molto estesa? La soluzione va individuata nell’integrazione dei servizi ferro-gomma utilizzando le infrastrutture esistenti, senza doverne immaginare di nuove. Dunque potenziando e valorizzando ciò che oggi è sottoutilizzato.
Servizio ferroviario urbano metropolitano
Nei primi anni 2000, nell’ambito del più ampio programma di velocizzazione della linea Palermo – Roccapalumba – Agrigento, Rete Ferroviaria Italiana ha previsto la realizzazione di un piccolo nodo ferroviario metropolitano tra Aragona Caldare, Agrigento e Porto Empedocle. Il progetto originario prevedeva la realizzazione di nuove fermate intermedie sul tronco Agrigento Bassa – Aragona Caldare (Ospedale/Consolida, Fontanelle) e tre sul tronco Agrigento Bassa – Porto Empedocle (Poggio Meta, Vulcano, Villaseta). I lavori iniziarono intorno al 2007 ma si arenarono ben presto: di fatto l’unica opera realizzata ad oggi è il capolinea di Aragona Caldare, 4°binario di stazione. I finanziamenti per la realizzazione dell’infrastruttura – che contemplava anche il completo rifacimento del sedime con posa di armamento da 60kg/m sul tratto tra Bassa e Porto Empedocle – vennero, di volta in volta, “stornati” dai vari governi regionali verso altri territori dove, si diceva, insistevano ben altre emergenze trasportistiche. La linea verso Porto Empedocle (priva di traffico commerciale dal 1976) ha vissuto di solo traffico turistico fino al 2012, quando fu interrotta per un biennio a causa delle continue frane del costone del Caos, e quindi chiusa per inagibilità – tra il disinteresse delle amministrazioni comunali – fino al 2014 quando venne decretata la sua definitiva trasformazione in linea ad esclusivo traffico turistico insieme ad altre relazioni ferroviarie italiane più tardi tutelate da una legge dello Stato (la 128/2017) nata proprio ad Agrigento per iniziativa della parlamentare Maria Iacono.
Il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile adottato in anni recenti dal Comune di Agrigento prevede, tra le altre cose, la realizzazione di un servizio metropolitano ferroviario tra Aragona, le stazioni cittadine e Porto Empedocle. Pur prendendo le mosse da una idea vincente, ovvero la valorizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente, il PUMS – relativamente agli argomenti ferroviari – appare comunque sovradimensionato rispetto alle reali necessità del territorio, fino a sfociare in vera e propria fantaferrovia ipotizzando addirittura la costituzione di una società di gestione a capitale misto. Più semplicemente sarebbe opportuno recuperare il progetto originario e disegnare una offerta commerciale commisurata alle esigenze del territorio.
Riutilizzo commerciale
L’inserimento della relazione Agrigento – Porto Empedocle Succursale nell’elenco delle linee turistiche tutelate non pregiudica un suo eventuale utilizzo commerciale ordinario. Ne è testimonianza la Sacile – Gemona in Friuli Venezia Giulia, chiusa al traffico ordinario nel 2011, riaperta ad uso turistico nel 2017 – ed inserita nell’elenco delle linee della L.128 – e poi, dal 2018, convertita ad utilizzo promiscuo turistico e commerciale con buoni risultati. Chiaramente l’eventualità di un utilizzo commerciale quotidiano che preveda una traffico maggiore di 8 treni/giorno, comporta il necessario adeguamento infrastrutturale secondo standard RFI/ANSFISA (ovvero: installazione SCMT, rifacimento armamento, protezione passaggio a livello di Porto Empedocle Succursale). Si tratta, comunque, di cifre che in presenza di comprovate esigenze di trasporto e corretta pianificazione commerciale – cosa che è sempre mancata – è possibile reperire.
Ipotesi di servizio ferroviario a carattere locale
Apportando minime modifiche al progetto originario, si potrebbe ipotizzare un servizio commerciale di tipo metropolitano che vada ad integrare – nel tratto tra Agrigento ed Aragona Caldare – il trasporto regionale in essere con una coppia di treni che, ad intervalli orari, compia l’intero percorso; la stazione di Agrigento Bassa potrebbe assurgere un nuovo ruolo di hub attestando qui tutti i treni per Tempio Vulcano e Porto Empedocle con partenze in coincidenza con i treni in arrivo da Agrigento C.le e Aragona Caldare. Il totale dei treni programmabili ammonta a circa 20/24, il che comporterebbe da parte dell’amministrazione comunale una richiesta di integrazione del vigente Contratto di Servizio per il Trasporto Pubblico Locale (da quantificare). In totale potrebbero istituirsi 7 nuove fermate dedicate al solo trasporto locale:
Linea A (Caldare): Agrigento C.le, Porta di Mare, Agrigento Bassa, Fontanelle/S.Gisippuzzu, Ospedale, Aragona Caldare;
Linea B (Porto Empedocle): Agrigento Bassa, Cava Addolorata, Poggio Meta, Tempio Vulcano, Villaseta, Baia del Kaos, Porto Empedocle C.le, Porto Empedocle Succursale.
Un sistema del genere, ovviamente, dovrebbe prevedere che Agrigento Bassa diventi anche stazione di interscambio ferro-gomma: in tal senso sarebbe indispensabile prevedere la trasformazione di alcuni terreni a ridosso del fabbricato viaggiatori – alcuni dei quali già di proprietà FS – in area di sosta auto e stazione Bus extraurbani.
Servizio trasporto urbano su gomma
L’attuale configurazione dei trasporti urbani, oltre a soffrire di una programmazione poco bilanciata e assolutamente insoddisfacente, non garantisce una dignitosa mobilità urbana a residenti e non. L’aver realizzato il capolinea di Piazzale Rosselli – con gravi difetti di progettazione, tra l’altro – non ha fatto altro che aggravare la già di per se difficile situazione del traffico veicolare cittadino. Occorre ripensare totalmente il trasporto su gomma, integrando i servizi bus con quelli ferroviari.
Nuovi Hub
L’hub principale dovrebbe essere, come detto, trasferito in prossimità della stazione di Agrigento Bassa, dove esistono ampi spazi per la realizzazione della nuova autostazione con annessa area di sosta per vetture private. Qui potrebbero convergere tutti i servizi automobilistici extraurbani. Altri hub potrebbero essere i seguenti:
- Agrigento centro Piazzale Rosselli: link diretto con autostazione bassa e per esclusivi servizi urbani;
- San Leone, Piazzale Caratozzolo: link diretto con autostazione bassa e Agrigento Centro e navette per i lidi ad orario continuato
- Villaggio Mosè/Cannatello: link diretto con Agrigento Centro e San Leone, navette per Cannatello, Zingarello e altre contrade limitrofe
- Villaseta Cugno Vela (già esistente): circolari su viabilità interna Villaseta/Monserrato
Offerta commerciale
Va da se che la programmazione oraria delle corse dall’Hub principale di Agrigento Bassa debba essere ancorata a quella dei treni in modo tale da garantire coincidenze e tempi di attesa contenuti.
Con la soppressione dei servizi commerciali gommati sull’asse Consolida – Agrigento – Villaseta (serviti dalla ferrovia) sarebbe possibile riprogrammare le tracce orarie esistenti e potenziare l’offerta sulle altre relazioni.
In conclusione: Agrigento, dal punto di vista dei collegamenti urbani, è un caso disperato? La risposta è no: abbiamo avuto la fortuna di ereditare una infrastruttura ferroviaria che attraversa – tagliandolo dolcemente – uno dei più importanti siti archeologici del mondo, congiungendo il centro storico della città a Porto Empedocle. Una infrastruttura sottoutilizzata e abbandonata per quasi 40 anni potrebbe, oggi, rappresentare la chiave di volta per superare i gravi problemi di mobilità urbana ponendo finalmente rimedio alle scelte miopi compiute in passato.