di Fabio Sanfilippo
È braccio di ferro tra la piccola comunità di Linosa e l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvatore Martello. Il neo comitato cittadino “Linosa nel cuore” – così come preannunciato – ha infatti inviato un esposto urgente alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento e al Dipartimento Regionale dei Beni Culturali per opporsi all’annunciato progetto di riqualificazione del centro. Un progetto – si legge nell’esposto-petizione sottoscritto in 24 ore da oltre 200 linosani su poco meno di 400 abitanti e disponibile anche on line www.change.org/linosanelcuore – “irrispettoso dei valori paesaggistici e culturali del contesto urbano dell’isola al punto da stravolgerne totalmente i tipici caratteri distintivi”. “A oggi – dicono dal comitato – non abbiamo avuto alcun riscontro dalla Soprintendenza al nostro esposto e certamente non ci fermeremo. Stiamo valutando altre iniziative e non escludiamo di adire le vie legali”. Nell’esposto viene sottolineato il fatto che l’area d’intervento ricade nel centro storico, area sottoposta a tutela. “Tutti gli interventi – annotano i promotori dell’iniziativa – dovranno essere finalizzati alla manutenzione e al restauro conservativo e in generale alla riqualificazione della struttura antica attraverso il rafforzamento della sua identità…In tali aree la tutela si attua attraverso i procedimenti autorizzatori di cui all’art.146 del Codice”.
Un modo indiretto, ma nemmeno troppo, per chiedere come peraltro viene fatto se sia stata rilasciata la necessaria autorizzazione paesaggistica. Ma perché, viene da chiedersi, questa improvvisa fretta e tanta ostinazione su un progetto oggettivamente obsoleto e non gradito ai cittadini? La risposta va probabilmente cercata nell’origine del finanziamento di questo primo stralcio di lavori. Sì, ce n’è anche un secondo di cui dirò… Questo progetto di riqualificazione è stato finanziato con il residuo del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) 2014-2020, delibera Cipe 39/2015 modificata dalla 96/2017. Si parla di un tesoretto di 20 milioni di euro, stanziati da Renzi prima e confermati da Gentiloni poi, a favore di Lampedusa e Linosa per efficientare la rete idrica, ammodernare l’edilizia scolastica e riqualificare le aree urbane e territoriali. La delibera prevedeva, in termini non perentori, che i soldi andassero spesi entro il 2018. Ecco forse spiegata la ragione della premura, o forse no. Diverso invece il percorso per il reperimento dei fondi relativamente al secondo stralcio del progetto, quello che dal centro conduce allo scalo vecchio. Per la sua realizzazione, ad aprile dello scorso anno, l’amministrazione comunale ha deciso di utilizzare un mutuo di un milione di euro precedentemente contratto con Cassa depositi e prestiti. Ma questa è un’altra storia.
(foto di Tano Siracusa)