di Tano Siracusa
Come molti suoi coetanei quarantenni, Fabio Gueli non è mai stato a Parco Icori, luogo remoto, reso invisibile da una specie di sortilegio, anche se può essere raggiunto con una breve passeggiata da piazza Muncipio. E come tutti coloro che vi mettono piede per la prima volta divide il suo stupore fra il fascino dei luoghi e gli oltraggi dell’abbandono. Ilaria Bordenca e Fabio Gueli hanno voluto esibirsi nell’orchestra del teatro, invasa dalla vegetazione, proponendo alcuni brani tratti dallo spettacolo “Canti cuntu e focu della Sicilia bella”.
Dopo Sandro Sciarratta, dopo i pittori e Daniele Moretto, nuovi suoni, parole, teatro dal vivo nel Parco vuoto. Anche se qualcuno vi si reca a ancora a correre e può capitare di incrociare un paio di turisti spaesati o un gruppo di motociclisti bardati e rombanti, un po’ assurdi, felliniani in quel silenzio.
In attesa che la nuova Amministrazione decida cosa fare per iniziare il recupero del Parco, Bacbac continuerà a seguire le performances degli artisti che vi si recheranno, mostrando uno spreco che non si vuol vedere.