di Renato Viviani
Paese strano la Mauritania, una distesa di deserto e altipiani rocciosi, di silenzi e di vento, è la fine a occidente del Sahara che si getta nell’Oceano Atlantico. Qui il mare è freddo, profondo e pescosissimo, uno dei pù pescosi al mondo. Vicino a Nouakchott, la capitale, c’è un luogo che chiamano la spiaggia dei pescatori. E’ lungo un tratto di costa basso, la sabbia è di color giallo scuro, senza un porto o una sorta di riparo e per diversi chilometri si notano adagiate sulla spiaggia centinaia di piroghe coloratissime che si appoggiano una sull’altra stanche delle innumerevoli peripezie che hanno dovuto affrontare. Nel mare invece è un andirivieni di centinaia e centinaia di imbarcazioni che partono per la battuta di pesca o tornano cariche di pesce. Le piroghe più vecchie sono costruite in legno, molto affusolate e lunghe 8 – 9 metri sono dipinte con simboli e colori vivaci che rappresentano scene religiose e propiziatorie, una specie di amuleto applicato sull’ imbarcazione per essere protetti in mare dalle intemperie. Alcuni pescatori mi dicono che “oggi si costruiscono in alluminio, perché sono più resistenti ed elastiche agli urti delle onde, si piegano ma non si spezzano poi sono più leggere e si fatica meno a portarle giù in acqua”. Altri raccontano he i cicli di pesca in mare durano 4/6 giorni: ” partiamo con le piroghe non troppo cariche di viveri, solo pane e acqua, che è indispensabile, il resto lo offre il mare, non serve grande impegno per preparare del sano pesce a bardo. Tutto lo spazio è dedicato alle reti e al pescato”.
C’è molto lavoro minorile, i ragazzi aiutano a scaricare le piroghe e poi con dei carretti trainati da asini portano il pescato dietro la linea delle barche dove si ergono delle strutture in muratura : è la la zona del mercato. Qui viene fatta una prima selezione dei pesci in funzione delle varietà e delle dimensioni e del tipo di mercato di destinazione, se europeo o locale. I pezzi più pregiati vengono messi in bella evidenza dalle donne che si occupano della vendita al minuto, mentre su banchi in pietra o di cemento altre persone si occupano della loro pulizia. Tutti si lamentano che l’oceano è sempre meno pescoso, si devono allontanare sempre di più dalla costa perché le grandi navi al largo pescano troppo, fanno razzia e così per i pescatori i costi e i rischi aumentano e i guadagni diminuiscono. La pesca è una risorsa troppo importante per la Mauritania, rappresenta oltre il 50% delle esportazioni. Alla spiaggia dei pescatori ci lavorano decine di migliaia di persone, non solo Mauri, ma anche maliani, burkinabè, immigrati dalla Guinea e dal Senegal.
Il fragore della risacca è forte, l’odore nell’aria è penetrante, l’igiene è praticamente assente, il movimento delle persone è incessante, caotico, ma tutti, incredibile a dirsi, stanno facendo qualcosa di preciso.