di Tano Siracusa
Si scrive con la maiuscola la parola Resistenza. Come la parola Shoah. Resistenza all’ orrore, al male, allo sterminio.
Oggi il fronte della Resistenza è nel Mediterraneo e i combattenti, i pochi partigiani disarmati, sono quelli delle ONG rimaste, che senza e malgrado i governi nazionali, senza e malgrado l’Europa, continuano a salvare vite di uomini, donne, bambini.
‘Taxi del mare’ aveva definito due anni fa le loro imbarcazioni l’attuale ministro degli esteri italiano, che oggi festeggerà la Resistenza.
Si festeggiano i partigiani di ieri, si isolano, si processano, si irridono quelli di oggi.
Safa Msheli, portavoce dell’Oim, agenzia Onu, dichiara: “Gli Stati si sono rifiutati di agire per salvare la vita di oltre 100 persone”.
Frontex dichiara di avere ”immediatamente allertato i centri di soccorso nazionali in Italia, Malta e Libia”. Ma i soccorsi non sono arrivati.
E’ nel Mediterraneo oggi la Resistenza e la classe dirigente italiana non c’è, ma neppure tutti quegli italiani che si dividono fra chi pensa che dopo la Liberazione, domani, si può restare liberi fino alle 23 e chi pensa sia più prudente anticipare di un’ora.