“Palma di Montechiaro, trenta anni dopo” a cura di Maria Grazia Mazzola per la regia di Rita Calapso è un documentario mandato in onda dalla Rai nel 1989. Il montaggio qui proposto, della durata di 16 minuti, taglia una approfondita e suggestiva ricostruzione della storia dei Tomasi di Lampedusa, la famiglia che nella metà del ‘600 fonda Palma di Montechiaro e fra i numerosi interventi di qualificati studiosi la testimonianza dello storico Francesco Renda, che prende spunto dal convegno internazionale “sulle condizioni di vita e di salute nelle aree depresse della Sicilia occidentale” tenutosi a Palma nell’aprile del 1960.
Il lavoro di Mazzola e Calapso, reperibile nella versione originale e integrale su You Tube, si apre e si chiude con interviste realizzate alla fine degli anni ’80, durante la grande guerra di mafia, trenta anni dopo quel convegno che aveva proposto alla stampa nazionale e internazionale il paese del Gattopardo come emblema del sottosviluppo meridionale, innescando impegni e promesse del ceto politico.
Sono le voci e le testimonianze di comuni cittadini in un paese ormai a colori che fa i conti dopo trenta anni con le poche luci e le molte ombre di un’occasione sostanzialmente mancata. Non quella, rivelatasi fallimentare, che guardava a Gela, ai grandi impianti petrolchimici, sostenuta con poche eccezioni sia dalle forze di governo che dalla sinistra. Piuttosto l’occasione per una crescita civile, culturale ed economica legata al territorio, alla sua storia, alla piccola imprenditoria, ad un’agricoltura di qualità, al turismo.
Come nel documentario, trenta anni fa, suggerisce Rosario Gallo, già sindaco PCI di Palma per pochi mesi, che denuncia anche il clima di paura per la diffusione e la violenza della presenza mafiosa. E Luigi Granata, allora assessore all’industria all’ARS, che prende atto quasi con sollievo del fallimento di uno sviluppo centrato sull’industria chimica, auspicando una crescita dal basso del territorio sostenuta dallo Stato e liberata dal crimine mafioso.
Testimonianze di una classe dirigente lungimirante e coraggiosa di cui si sono perse quasi del tutto le tracce.
Sessanta anni dopo il convegno e trenta anni dopo il documentario della Rai, Palma si vede scorrere grigia e distante dalla statale che porta a Licata, di nuovo inghiottita dal silenzio.
Chi ci vive o ci lavora racconta di una accresciuta separatezza, anche linguistica, dalla comunità nazionale, dalle sue regole, del rischio di una nuova regressione civile.