di Nuccio Dispenza
“Dormono, dormono sulla collina”. E nel bosco dove si erano nascosti. Da dove, di tanto in tanto, si affacciavano per capire se poteva essere il momento giusto per saltare oltre confine, schivare il filo spinato e gli uomini armati. Ora dormono, dormono nella collina coperta da un fitto bosco gelato.
La Spoon River dei boschi che dalla Bielorussia si affacciano sulla Polonia cresce. I volontari che di notte, sfidando le guardie di frontiera, vanno ad aiutare siriani, irakeni, afgani vestono e sfamano i sopravvissuti e contano i morti. L’ultimo in ordine di tempo, il più giovane di questa nuova Spoon River aveva solo un anno, l’ultimo mese e mezzo l’aveva vissuto qui, fagotto nelle braccia del padre e della madre, una coppia siriana in fuga. Come nel racconto di Maria e Giuseppe e del loro piccolo.
Sono le due della notte quando ai volontari del Centro polacco per gli aiuti internazionali arriva una segnalazione:”Ci sono tre profughi feriti”. Seguono le indicazioni per raggiungerli. Coperte, acqua e the caldo e la squadra parte. Raggiungono il piccolo gruppo di profughi, sono davvero in tre, una coppia di sposi e un ragazzo con forti dolori, affamato e quasi disidratato. La coppia racconta d’aver perso il loro piccolo nella fuga verso l’Europa, aveva un mese e mezzo di vita, non ce l’ha fatta. E’ già nel suo posto, a Spoon River: un pò di terra, alcuni rami, le foglie. Qui Erode è la violenza dei muri. La donna ha una coltellata alla gamba, l’uomo è ferito alla mano. Migranti, profughi, in balia dei trafficanti, dei taglieggiatori, delle contrapposte polizie di frontiera nella più recente scacchiera dove politiche ciniche fanno strage di pedine. Solo un anno di vita, tutti di stenti e violenza, di fame.
E in questa fredda Spoon River dove c’è anche Jezus. Si, perché si chiamava proprio Gesù il giovane siriano che veniva da Hama. Aveva 24 anni. Il nome, il volto e il viaggio li raccontano i documenti che gli sono stati trovato addosso. I volontari polacchi fanno anche questo, danno una storia, anche breve, ad ogni persona soccorsa, ad ogni morto contato. Gli uni e gli altri al capolinea, senza poter fare quel passo in più per allungare la distanza da fame e violenza e disperazione.
19.09.2021 1. Un iracheno di 29 anni muore di freddo vicino al villaggio di Dworczysko nel comune di Giby;
2. Un uomo è trovato senza vita in un campo, nel distretto di Sokol;
3. Un uomo è cadavere nella foresta vicino al villaggio di Zubry (comune di Gródek);
4. Una donna irachena di 39 anni ha finito di vivere nella regione di Grodno vicino al villaggio di Lesnoye, nella regione del Canale Augustov, a un metro dal confine bielorusso-polacco.
24.09.2021
5. Iracheno senza vita a mezzo chilometro dalla linea di confine, vicino a Nowy Dwór.
24/25.09.2021
6. Un iracheno di 16 anni è morto dopo aver vomitato sangue.
19.09.2021
8. Un siriano di 19 anni è stato recuperato senza vita nelle acque del fiume Bug vicino al villaggio di Voroblin.
14.10.2021
Un siriano di 24 anni nella zona di Sokółka.
22.10.2021
9. A Kuścińce (zona di emergenza), il corpo di un uomo dello Sri Lanka.
30.10.2021
10. Curdo di 23 anni con diabete nella striscia di confine (lato bielorusso). E ancora, Il 29 ottobre è la redazione di OKO.press che riceve informazioni su due giovani deceduti in un accampamento sul lato bielorusso del confine. E’ sempre OKO.press a raccontare della morte di Issa Jerjos, nato il 1 ° gennaio 1997 nella città di Hama, in Siria. Il corpo di Gesù è stato trovato da una pattuglia della polizia il 13 ottobre. Poi, i medici volontari hanno dovuto interrompere l’attività, nottetempo, qualcuno aveva distrutto le loro auto. Apparentemente opera di tre giovani ultrà del Bialystok.