di Tano Siracusa

In Sicilia sono nati molti fotografi famosi. Altri, non famosi, alcuni finora pressoché sconosciuti, continuano a usare la camera fotografica per descrivere e raccontare, a volte per raccontarsi, per comunicare in un contesto dove è sempre meno facile essere ‘visti’, affollatissimo e rumoroso, dove la qualità è spesso meno importante delle relazioni.
Quella della fotografia è una pratica solitaria, ma il percorso di qualunque fotografo è comunque segnato dalla conoscenza di ciò che è stato fatto prima di lui e dal confronto con gli altri fotografi. A volte la frequentazione di un circolo fotografico può costituire un ambiente favorevole, fornire stimoli, occasioni per vedere e far vedere.
E’ sicuramente così a Trapani dove Arturo Safina anima da anni il gruppo Scatto dell’ “Associazione I Colori della Vita” che ha organizzato anche quest’anno un’ampia rassegna fotografica sul tema della Sicilia con mostre, incontri, letture di portfolio.

A “Emozione numero 5” di Salvo Titoni  é stato assegnato il Premio Portfolio Fotografico 2021, “per la capacità – si legge nella motivazione – di saper interpretare una realtà residuale restituendola nella sua forma più viva e poetica senza l’aiuto di una superflua impalcatura concettuale”.


Un lavoro che sembra farsi largo, fra i tanti interessanti in mostra a Trapani, per una scelta tematica e stilistica in controtendenza, che in alcuni scatti ricorda certe atmosfere fotografiche degli anni ’30 e ’40, calibratissima nelle composizioni quadrate.

Della giuria ha fatto parte Franco Carlisi, fra i più apprezzati fotografi italiani e ditrettore di Gente di Fotografia, al quale è stato assegnato il Premio per la Cultura Fotografica “Salvatore Margagliotti”, giunto quest’anno alla decima edizione.
Pubblichiamo il testo di presentazione del lavoro di Salvatore Titoni e l’intero portfolio.

Emozione numero cinque

“La zà Maria versava in un piatto fondo un bicchiere d’acqua e un cucchiaio d’olio. Lo appoggiava sulla testa e cominciava a recitare le orazioni. Frasi sconnesse, filastrocche incomprensibili infarcite di padrenostri e avemarie. Se l’emicrania passava non c’erano dubbi: la colpa era da addebitare all’invidia di un amico o di un parente insospettabile. Due gocce sulla fronte, un lungo respiro, l’atto di dolore, e il malocchio era solo un brutto ricordo.”

Dal libro “Piccolo almanacco di emozioni di G.Pilati” – Capitolo “Emozione numero cinque”

L’etimologia della parola emozione è da ricondursi al latino emovère, letteralmente portare fuori, smuovere, in senso più lato, scuotere, agitare. L’emozione quindi altro non è se non un’agitazione dell’animo, uno scuotimento, la mia infanzia, la mia intera vita sono intrise di emozioni.

Dalla lettura di un libro evocativo, scritto da un mio conterraneo, e dalla passione per la fotografia nasce questo portfolio che riporta in vita un’emozione vissuta da ragazzino. Non c’è trapanese che non conosca questo rito, per lo più celebrato dalle donne anziane della famiglia, tenutarie di tradizioni in bilico tra il sacro e il profano. E’ la famosa pigghiata d’occhio che si praticava contro il malocchio (o presunto tale).

di Salvo Titoni

Di Bac Bac