di Andrea Gerlando Terrana
” ognuno di noi esegue in voce il proprio pensiero”
Premessa (in voce)
Sono da sempre legato al parlato. Alla voce umana. Negli anni sono giunto a riconoscere e apprezzare, nella conduzione di un discorso parlato, caratteristiche espressive date dalla modulazione della voce, dal tono assunto dal parlante e dalla ritmica di esposizione delle frasi (suoni, pause, respiri). Nondimeno, tali qualità espressive divengono circa apprezzabili in funzione della bellezza che ciascuno di noi attribuisce a determinate parole, siano esse pronunciate o ascoltate (personalmente provo soddisfazione nel pronunciare determinate parole, per niente altre). Da quanto detto nutro interesse nell’ascolto di parlanti che si esprimono anche in lingue a me sconosciute, come puro apprezzamento della voce (e anche esercizio di attenzione).
Nel 2017 ho eseguito presso il conservatorio di Trapani – Parlanti <Tecniche mnemoniche> (Per quattro lettori di audio – cassette e riverberi) in cui proponevo agli ascoltatori, con la complicità del buio in sala e della spazializzazione selvaggia dei suoni, di ricercare qualità altre da voci rubate a vecchi audio-corsi da edicola. Il progetto conversazioni sonore intende fondere il suono della voce parlata e strumentale in un unico flusso musicale .
conversazioni sonore – pippo rizzo / juan esperanza – dialogo tra due artisti con azioni sonore su tema dato –
Tre persone intorno ad un tavolo si trovano a dialogare ciascuno con il proprio mezzo di espressione: la voce per i due parlanti, i suoni provocati da azioni su una vecchia pianola per il terzo. L’atmosfera è serena, si sorseggia una tisana, immobile il tempo in cui l’azione si svolge. Il movimento delle due videocamere nell’ambiente intimo penetra la scena sempre molto ravvicinata in cui appaiono come presenze necessarie. La successione delle azioni sonore procede con andamento sereno, pensato ma d’istinto come quella di una terza voce in dialogo che a tratti si impone alle altre per poi tornare ad ascoltare. Nessuna esecuzione musicale. Le voci dei due parlanti a tratti sono raschiate dall’elettronica e rimbalzate da un orecchio all’altro per suggerire l’attenzione al suono. Allo stesso modo i suoni delle azioni seguono tali trattamenti e percorsi per meglio fondersi con esse in una musica di suoni, parole e rumori. Fuori, nel frattempo, piove.
Le immagini in movimento non sono prime o seconde alla musica ma rappresentano un secondo livello di fusione che rende il lavoro in flusso espressivo unitario. Ombre e luci, mani e gesti gli elementi utili a non incorrere (quantomeno inconsapevolmente) nell’errore di abbandonarsi alla documentazione visiva di quanto appare.
estratto dal video di Enrico Montalbano