Interno giorno in un paesino siciliano, una stanza angusta di una vecchia costruzione in pietra e gesso con il pavimento in cotto in avanzato stato di usura. Un piccolo ambiente arredato alla meglio con mobili essenziali racimolati nei ripostigli familiari: una scrivania traballante, una sedia malconcia, una lunga panca di legno sverniciato.
Alle pareti manifesti di propaganda elettorale con simboli e parole d’ordine di un’altra era: la falce e il martello, il simbolo del PdUP (Partito di Unità Proletaria per il Comunismo), l’annuncio del comizio in piazza (un genere che oramai appartiene alla preistoria della politica), il nome di Luciana Castellina (Lei, l’unico riferimento ancora attuale).
All’angolo, una essenziale struttura metallica smontata, necessaria per costruire il palco portatile da collocare nella piazza centrale in occasione dei comizi. Addossata alla griglia, un’asta reggimicrofono. Poco più in là, sotto la panca, le campane da montare sul tetto dell’auto per l’annuncio degli eventi politici per le vie della città e da collocare, successivamente, sul palco per l’amplificazione della voce dell’oratore.
Nel kit utile al comizio è compresa anche la bandiera del partito, adagiata alla parete, e il manifesto con il simbolo appoggiato alla panca sulla destra.
Ammassati sulla scrivania e sulla panca fasci di manifesti e mucchi di volantini ciclostilati (chissà quanti ragazzi sanno cos’era il ciclostile), pronti per la campagna elettorale.
Sui manifesti gli slogan del tempo perduto: “sinistra unita per l’alternativa”, “unità proletaria”, “un voto rosso che resterà rosso”. Era il tempo del “compromesso storico” e della forte polemica dell’estrema sinistra contro il governo di “solidarietà nazionale” guidato da Giulio Andreotti con l’appoggio esterno del Partito Comunista.
Al centro, un ragazzo seduto sulla panca legge la stampa di partito: scarpe consumate, jeans scoloriti (perché usati e non a causa della sabbiatura come si usa oggi), capelli non curati, maglione di poco prezzo, estraneo a qualunque moda.
Il tutto condito da tanta passione politica e da una forte fiducia nel futuro: nella foto non sono visibili, ma sono nell’animo del ragazzo.
Ci sono proprio, potete fidarvi.