in tanti punti della settimana
di Daniele Moretto
· Servizio, servigi. Ma come?! si chiede il popolo: continuano a giurare sulla Costituzione. A destra e a sinistra. Dovrebbero attuarla, in spirito di servizio. Pensare ai meno abbienti. Che senso ha tutto questo potere? E non saper cambiare nulla! O non voler… Appena eletti tradiscono il mandato. Cedono alle sirene: lusinghe delle lobbies. Che ne pagano i servigi. La mansione precipua sarebbe: rimuovere ostacoli. Compito della repubblica, etc. Ma presto imparano a parlare. Seguono master per sofisti. A tenere discorsi. Vuoti. A vendere aria fritta. E’ il festival della falsa azione. Che è di fatto inazione. Fonte di ulteriori ostacoli per chi è in difficoltà. A chi aspetta. A chi vota in coscienza. O non vota più. Stremato. Ovvio, non stanno con le mani in mano. Fanno affari, curano trattati. Trattative. Convocano, prorogano, approvano, promulgano. Tutto luccica come gli ottoni dei grandi saloni. Nelle sedi di rappresentanza. La politica è l’arte di brillare per confondere. Impedire l’alternanza. Così le questioni importanti restano irrisolte. Se ne parla da decenni. Equilibrismi verbali. Di leader moderni. In verità modesti. A destra e a sinistra. Camaleontici. Unti da Dio, famiglia e patria. O da bandiere insanguinate. O patria mia…
· Lacrime. Un padre palestinese. Sul volto, l’unico rigagnolo d’acqua. Ma anche le lacrime sono salate. Una madre israeliana singhiozza riversa sulla bara del figlio.
· C’è ancora domani. Non poteva che essere in B/N questo film. I colori si sono sbiaditi. Il passato. L’arte del cinema lo riporta in vita. Quella casa nello scantinato che sa di polvere, di umidità. È la casa di tutti noi. Quelle stanze le conosciamo bene. Ci sono cresciuti i nostri parenti, e anche noi. Ci hanno tenuto a balia. Quel marito e padre violento lo conosciamo. Quel “carattere” ci è familiare. Come il suocero che vive e muore a letto, la figlia da maritare, il fidanzato, i due mocciosi, le vicine di casa, l’amica complice. Tutti archetipi. Tutte funzioni della fiaba. Non importa che del marito non si sappia che mestiere fa. Mentre dell’innamorato che aspetta sappiamo che è un meccanico (ma in realtà la sua officina non esiste, il cliente è trascurato mentre lui parla con Delia: l’unico motore che vorrebbe aggiustare è il cuore). E non c’è madre che non si riconosca in Delia. In un modo o in un altro. Gli universali sono somme di particolari. Che specchio ci ha regalato la Cortellesi! Di quando tutto era sbiadito. Finché la società civile prende coscienza e con uno sguardo collettivo uccide il minotauro, sulla scalinata del seggio elettorale.
La ballata dell’eroe
Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra,
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vendere cara la pelle.
E quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la verità.
Ora che è morto la patria si gloria
d’un altro eroe alla memoria.
Ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d’un soldato vivo, d’un eroe morto che ne farà,
se accanto nel letto le è rimasta la gloria
d’una medaglia alla memoria
Fabrizio De Andrè
8 Dicembre 2023
“Il punto” n. 16
rubrica di Daniele Moretto
in copertina, Tino Signorini