di Tano Siracusa
Ogni tanto succede, anche in questa città. Che un trentenne poliglotta che vive a Bruxelles, vi ritorni un inverno con una decina di suoi amici, grafici, pittori, performer, e che in un mese mettano su una sarabanda geometrica, un lucido sogno di stare in modo diverso dove si va, in un centro di accoglienza per minori africani, al liceo classico, in un magnifico locale del centro storico, il Funduk, nella chiesa del Purgatorio. Che ambienti sociali e luoghi distanti si incontrino, si mescolino, costruendo metafore, svuotando luoghi e senso comuni. Daniele Manno e i suoi amici per un mese hanno cambiato non la città ma la sensazione che non sia possibile tentarlo.
È successo ad Agrigento una decina di anni fa, questo video ne da un’immagine parzialmente riassuntiva.