di Tano Siracusa
Nel panorama fotografico siciliano la presenza di Mario Donato appare fra le più eccentriche.
Da una ventina d’anni Mario Donato fotografa nel tempo libero, lasciando poi vedere i suoi scatti a pochi amici, su insistenza dei quali ha partecipato a qualche mostra. Su Gente di fotografia è apparsa una serie di scatti sul tema delle vacanze, che riscattava la familiarità del soggeto con composizioni molto accurate e insolite.
Qui pubblichiamo le immagini – inedite – sulla processione di san Calogero, il santo nero, molte scattate con pellicola e in un lungo arco di tempo fra Porto Empedocle e Agrigento.
Le fotografie di Mario Donato rivelano un talento non comune.
Colpisce il rigore geometrico delle inquadrature, molte in verticale, l’eccentricità e la fugacità dei soggetti – un bambino che si sporge per leggere il misterioso libro del santo, un uomo con la testa poggiata a un muro come fosse quello del pianto, un signore che da una finestrella sembra sussurrare un segreto al volto nero e lucido del santo miracoloso, due gambe sospese in aria contro le luminarie della festa -, e poi i contrasti di luce e ombre che ribaltano i piani, il gusto per le complicazioni formali, una rara capacità di trasfigurare l’esperienza visiva in una continua sorpresa.
“Sai trovarti al punto giusto e al momento giusto”: pare gli abbia detto così un vecchio fotografo osservandolo inquadrare e scattare durante la processione. Vero. Sa trovare la distanza giusta e, soprattutto, sa aspettare. Seleziona negli scatti e nelle fotografie che lascia vedere, una virtù diventata sempre più rara con le camere digitali.