di Tano Siracusa
Un anno fa, a fine gennaio, avevamo ultimato le riprese di questo documentario su Mimmo Galletto. Poco dopo ha avuto inizio la pandemia. Durante l’estate e l’illusorio dileguarsi del virus avevamo fatto vedere il lavoro ad alcuni amici per proiettarlo in sala, a Raffadali e ad Agrigento. Stavamo anche verificando la possibilità di presentazioni a Palermo e Lisbona dove lo avevano visto ed era piaciuto. Ma già a settembre è stato chiaro che si andava a chiudere di nuovo tutto.
Abbiamo così deciso di pubblicare ‘Intorno a Domenico Alvise Galletto’ su Bacbac, diviso in quattro parti che pubblicheremo nell’arco di una settimana.
E’ il tentativo di esplorare una figura tanto illustre quanto eccentrica nel nostro panorama culturale: commediografo, poeta, testimone e studioso appassionato della lingua parlata locale, un patrimonio culturale che rischia di scomparire con il vecchio mondo contadino, ‘un resistente’ dice Giandomenico Vivacqua.
Le riprese e il montaggio viaggiano fra le parole e il volto di Mimmo, che seduto sul divano di casa sua improvvisa un vero recital, fra le parole di chi lo conosce e lo racconta, persone diverse e a loro volta diversamente decentrate, e la Raffadali che abita e che lo abita, non coincidenti, ormai separate.
E’ stato un lavoro di gruppo, un gruppo di amici di Mimmo che per un paio di mesi si è trasformato in una piccola troupe: accanto a me Amedeo Burgio, Nino Cuffaro e Franco Nocera.
Questa è la prima delle quattro parti in cui abbiamo diviso il documentario.