di Tano Siracusa
Aldo. Il compagno Aldo. Quando l’ho conosciuto nei primi anni ’80 pensavo che non sarebbe mai invecchiato. Nella casa di Linosa che aveva comprato lasciando Milano, il lavoro e un matrimonio, raccontava le meraviglie dell’isola e i suoi trascorsi partigiani, di quando era a Instanbul e fumava haschisch per guarire da una delle tante malattie che aveva preso in giro per la Grecia, la ex Jugoslavia, la Turchia, di quando aveva fatto la guardia del corpo a Berlinguer, e siccome era uno straordinario affabulatore con gli occhi celesti e i baffi alla mongola, un istrione alla Dario Fo, si assegnava una dubbia veridicità a molti dei suoi racconti. Solo che poi, per caso, fra i tanti libri e quadri che riempivano le pareti della sua abitazione saltava fuori la fotografia di un giornale che lo ritrae a fianco di Berlinguer o una testimonianza sulla sua partecipazione alla Resistenza. Era a sinistra di tutti ma stava nel PCI, era un cuoco straordinario, che conosceva il dosaggio e le alchimie dell’euforia alcolica.
Su L’Unità pubblicavano le sue cronache da Linosa dove stava animando una specie di rivoluzione antifeudale contro lo strapotere di pochi che comandavano. Dopo decine di denunce, di querele date e ricevute, il milanese venuto a vivere sull’isola aveva fondato una sezione del PCI e i comunisti avevano vinto le elezioni. “Bandiera rossa su Linosa” aveva pubblicato su L’Unità.
In questo video, del 2013, lo ricordano una linosana e Lalla, la sua ultima dolcissima compagna. Sullo sfondo Linosa, l’isola dove Aldo ha trascorso tutto il resto della sua vita come un personaggio di Salvatores, senza invecchiare, anche quando i malanni della vecchiaia ne avevano segnato il corpo.
Aldo ha diviso i linosani difendendo l’isola, cercando di farvi arrivare l’impersonalità della legge, la cura del bene comune, il senso, la sensateza dello Stato, della sua presenza: “questo poco di verde che c’è lo dobbiamo ai tempi del comunismo di Aldo Benusiglio” dice la linosana.
Il compagno Aldo Benusiglio: resterà comunque per generazioni nella memoria dei linosani.