di Andrea Gerlando Terrana
L’esistenza della maggior parte dei suoni percepiti è trascurata. Alcuni di questi offrono agli udenti un alibi: troppo flebili per richiamarne l’attenzione. Eppure esistono, e in alcuni casi, si sviluppano, vivono, e anche muoiono. Pur non trasmettendo nessuna informazione , nessun messaggio musicale , non sono meno degni d’attenzione. Ciò che, rispetto ad altri, questi suoni non hanno, infatti, è la possibilità di essere agevolmente incontrati.
Partendo da studi prettamente musicali, nel tempo, la curiosità mi ha portato a ricercare nuovi timbri come materia sonora da rielaborare a fini compositivi. A volte, però, mi capita di imbattermi in suoni già compiuti, finiti, con un carattere tale da indurre a un livello di ascolto profondo, di conoscenza , altro.
Di recente, presso uno spazio privato, ho avuto modo di ricreare le circostanze utili a mettere in mostra i suoni di fermentazione del mosto d’uva: questi suoni, opportunamente amplificati, si disvelano in una costante trama sonora in continua evoluzione che scaturisce dell’attività chimica presente all’interno della robusta cassa armonica che la botte diviene. Un suono perpetuo , che vive di nascosto, nel silenzio delle cantine, ogni anno, per anni.
I lavori di monitoraggio compiuti durante l’intero ciclo di fermentazione osservato, i materiali acquisiti in forma di registrazioni audio – video e le suggestioni riportate da alcuni amici visitatori, costituiscono le prove tecniche di un progetto d’installazione audiovisiva in programma nel prossimo 2022.