di Tano Siracusa

La nebbia che sospende la primavera, invade le strade di Agrigento e le svuota. Un sabato pomeriggio.


Sembrava la metafora atmosferica di una condizione profonda della città, assente da se stessa, immersa in una sospensione stuporosa.


Erano vuoti anche i bar, dileguata la diffusa e vociante folla dei caffè, surrogato di una piazza scomparsa ormai da tempo. Normalmente nei bar si chiacchiera ad alta voce, sollevando un confuso rumore, una specie di nebbia acustica. Si chiacchiera ad esempio dell’acquisto improvvido di Suv o di altri scivoloni di chi amministra.


La nebbia vela e svela: anche il silenzio profondo di una città che sembra essersi smarrita, che si osserva nello specchio truccato di uno spot pubblicitario e non si riconosce.

Gli amministratori tacciono. Sulle ragioni che impediscono l’attuazione dei numerosi impegni e progetti annunciati: Palazzo Tomasi, la facciata di Santa Rosalia, il lavori per il recupero del centro commerciale a Villa Seta, Palazzo dei Filippini, Parco Icori e Santa Croce, i lavori a Piazza Ravanusella, un piano per il traffico, solo per ricordarne alcuni segnalati anche da Bacbac.


Silenzio e nebbia sul Comune che non comunica, non informa, non spiega. Silenzio e nebbia su una città senza specchi, che si cerca senza potersi riconoscere nelle cartoline per i turisti che la invadono. Da dove chi può se ne va, in cerca di speranza e parole.

Nel video, con la musica di Nicola Spanu, alcune immagini di ieri.

Di Bac Bac