in tanti punti della settimana
di Daniele Moretto
· Breve viaggio italiano. 1. Sicuramente oggi si viaggia in modo meno spensierato. Il mondo è una sfera digitale. Che vuole dal viaggiatore diverse competenze. 2. Il sistema italiano dei trasporti, specie ferroviario, traccia un paese spensieratamente afflitto. Dal caro-prezzi. E uno iato sempre più grande tra i più e i meno abbienti. Ma anche tra chi ha e chi non ha rispetto delle cose (e) di tutti. Chi poggia le scarpe sporche sui sedili, usa il telefonino senza cuffie, parla ad alta voce e racconta a tutti le sue miserie… E chi resiste a credere nel bene comune. Res publica. 3. L’aria condizionata congela o non funziona. Gli annunci con le voci dei robot mettono tristezza. Se ripetuti di continuo, stordiscono. La segnaletica confonde. Si è spesso trafelati e con l’ansia di sbagliare. Perché devi cavartela da solo. Prima c’era più personale, più “persone” a cui chiedere informazioni. Poi un bel giorno cambiò tutto! Questi vagoni a unico ambiente danno l’idea del minestrone psico-collettivo in cui tutto viene riversato, nulla riservato. Negli scompartimenti a sei poltrone c’erano altri disagi, ma meno solitudine. Oggi sembra non ci sia nulla da raccontare, da condividere. Ognuno sta attento al suo. 4. Quanto ai pernottamenti. Beh, si direbbe un paese che sta bene. Anche se dormire nelle città costa sempre di più. E non è mai privo di sorprese. Piccole fregature, disservizi, igiene al limite. Fortunato chi ha parenti o amici nei piccoli centri o nelle campagne a ridosso delle città, dove si può sentire ancora il silenzio e ad ascoltare la natura, un fremito di fronde sembra la risacca. Pezzi d’armonia. 5. Sembra più un fuggire da. Che un andare a.
· Perché la destra avanza? È il frutto di una campagna ‘long term’ attuata con il progressivo indebolimento della scuola pubblica (considerata da Calamandrei un “organo costituzionale”) e quindi un attacco allo stato repubblicano? Attuata dalle consorterie finanziarie che spingono per la privatizzazione dei beni comuni (a cominciare dall‘acqua)? Attuata con la scelta di politici burattini che peggiorano pensioni, politiche del lavoro, sanità e quant’altro, sempre a scapito dei cittadini? Attuata con l’arma unidirezionale della TV, i talk-show, l’improvvisazione dilagante, il primato dell’individualismo e della competizione… Chi ha programmato cosa? O è tutto frutto del caso? Infine, avanza o… ritorna?
· Chiusa parentesi. Lunga lunghissima. Estenuante. Impressionante improvvisa infinita parentesi. Con dentro un uomo solo. Con dentro mezzo popolo. Presidente, partito, allenatore, arbitro. Mano-cornuta. Parentesi confusa. Collusa. Chissà le stragi. Non basta un mausoleo di marmi di Carrara. Per fermare il dolore silenzioso. Dei congiunti rimasti ad ascoltare il fiume. Barocca magistratura. Avvocati delle cause vinte. Leggi ad personam. Dell’Utri e Previti senatori di questa repubblica. Volevamo questa? Vivere per contare. Milioni di milioni. Un milione di posti di lavoro. Cinque milioni di euro a Don Gelmini. Viva le donne, viva le belle donne. Una casa a te, un regalino a te, il lupo perde il pelo, non il vizio. Alla moglie schifata il vitalizio. Essere all’apice o essere Apicella? Ma sì, “Meglio ‘na canzone”! Chiusa parentesi.
Essere famoso non è bello,
non è questo che ci leva in alto.
Non bisogna tenere l’archivio,
trepidare per i manoscritti.
Fine del creare è dar tutto di sé,
e non lo scalpore, non il successo.
È vergognoso, non contando nulla,
diventare per tutti una leggenda.
Ma bisogna vivere senza impostura,
vivere così che alla fine
ci si attiri l’amore degli spazi,
che si oda l’appello del futuro.
E bisogna lasciare lacune
nella sorte, non fra le carte,
passi e capitoli dell’intera vita
segnando ai margini.
E immergersi nell’oscurità
e i propri passi celarvi,
come una contrada nella nebbia
si cela e non vi si scorge più nulla.
Altri, dietro le vive impronte,
seguiranno la via da te seguita,
ma non a te spetta distinguere
la vittoria dalla sconfitta subita.
E non devi neanche di un’inezia
venire meno al tuo onore
ma essere vivo, vivo e null’altro,
vivo e null’altro fino alla fine.
Boris Pasternak
28 Giugno 2023
“Il punto” n. 10
rubrica di Daniele Moretto